Il Maestro Bolaffio, capo scuola della Makoto ha iniziato la sua carriera di giovane atleta praticando la Scherma (spada e fioretto) all’età di 5 anni. All'età di circa 8 anni, alla fine di un allenamento, in una sala adiacente alla sala Scherma, vide un giovane giapponese vestito di bianco fare dei bellissimi “gesti” nell’aria con una armonia che lo affascinò in modo addirittura violento. Si mise spesso a guardarlo seduto in silenzio ed un giorno con un ampio sorriso in un italiano molto stentato gli chiese se voleva “fare un poco con lui”. Non si trattava di un corso, non vi erano altri allievi e nessuno sapeva cosa in realtà stesse facendo quel giovanotto giapponese. Diventò senza saperlo allora un suo allievo. Egli era in Italia per studiare ospite di una famiglia Italiana i cui padri si erano conosciuti per qualche motivo in tempo di guerra. All’inizio ancora non riusciva a capire cosa stesse facendo ma quei movimenti perfetti gli erano in qualche modo “già conosciuti” e non gli fu più possibile smettere.
Diverse “esperienze Marziali” si sono poi negli anni susseguite quando in Italia pochi ancora sapevano cosa fosse il Karate Do. Ha praticato sia con nomi molto famosi che con sconosciuti di abilità a volte anche superiori. Molti credono che il Maestro sia da sempre un “tradizionalista”…niente di più errato. Ha praticato, tra i primi in Italia, il Full Contact con il Maestro e caro amico Jean Paul Pace, ex Nazionale della “grande” Francia, quella di Dominique Valerà per intenderci. Ha avuto la grande fortuna di partecipare invitato ed introdotto dal Maestro Zimmerman di Vienna ad uno Stage di Soke Oyama Masutatsu, che lo colpì molto per la sua grande carica umana e la precisione delle spiegazioni che niente lasciavano al caso. In gioventù ha viaggiato molto in oriente per cercare chi gli potesse insegnare “di più”. Ha provato il Kalaripayat in India, la Thai in Tailandia, il Silat, molti stili Cinesi ed ovviamente il Karate ad Okinawa con il Maestro Sugino. Cercava le “radici” cercava di comprendere meglio quello che gli era stato detto: "le Arti Marziali sono una montagna e la cima è una sola". Adesso con l'esperienza e la maturità ha capito il suo percorso e si considera solo un allievo dei suoi Maestri. Dal 1983 ha praticato con il Maestro Shirai, il Maestro Kase e Il Maestro Enoeda ricavandone grandi insegnamenti. Nella grande Scuola del Maestro Shirai ha incontrato Maestri e grandi persone, veri amici e non. Il Maestro Maurizio Marangoni poi è stato per lui come un fratello maggiore e da lui ha appreso molte verità (a volte anche scomode) che continua a riportare ai suoi allievi. E' stato Fondatore dell’ISI e Vice Presidente della FIKTA e di altri enti ed organizzazioni mondiali ed europei. Direttore Tecnico della FESIK e Direttore di Gara Mondiale nella WKC, nonché fondatore e Direttore Tecnico della FEDIKA dalla quale si é ritirato per poter meglio concentrarsi sullo studio del suo metodo, il Makotokai.
La base del Makotoaki è il Karate Shotokan e da esso si parte. Una delle caratteristiche più interessanti del Makotokai è il movimento a “recupero di energia” che consente un grande risparmio energetico ed una maggiore efficacia dei colpi. Questo proviene dal mio studio delle Arti Cinesi con il grande Maestro Ho.
Per convalidare queste teorie come il movimento a “recupero di energia” e quello che produceva, assieme ad altri collaboratori é stata costruita una macchina che misura oltre all’impatto anche l’accelerazione e lo scostamento dall’asse perfetto di trasmissione della forza. La macchina é stata chiamata MAIMAC dai termini Makiwara – IMpattometro – ACcelerometro. Tramite questa macchina é stato scientificamente provato che gli atteggiamenti tipici del Karate Tradizionale e le sue tecniche non solo non sono efficienti in termini di velocità ma anche scarsi in termine di forza di penetrazione. Questa era già una ipotesi ma usando una macchina e criteri di sperimentazione scientifica con sistemi in doppio cieco, é stato definitivamente dimostrato che gli atteggiamenti forzati di alcune tecniche fondamentali non solo sono controproducenti in termini fisiologici ma anche del tutto privi di quella potenza leggendaria che è stata inculcata in occidente da leggende, films e racconti vari. Il MAIMAC ci ha indicato la strada giusta, indicando quail erano e sono I correttivi per trasformare una tecnica di potenza mediocre in qualcosa di veramente efficace. Ed eccoci al Makotokai… I fondamentali Makotokai sono su misura e non impongono un canone stilistico rigido. I fondamentali Makotokai rendono più libero chi pratica guidandolo ad una reale ed efficace trasformazione. Difficile spiegare oltre ed a parole, comunque per fare un esempio, tutti coloro i quail si sono prestati a poche ore di studio sulla macchina hanno migliorato la potenza dei loro colpi fino a moltiplicarla per più volte. Nei test sono stati “usati” Karateki esperti sia Italiani che giapponesi e tutti si sono ampiamente stupiti dei risultati. La chiave è quell movimento a recupero di energia accennato prima. Ovviamente, perchè praticare la ricerca della potenza dei colpi se poi non si colpisce niente? Ecco quindi la necessità di avere un Karate a contatto per poter lavorare con più chiarezza di idee. Molti credono che il Makotokai sia un sistema simile allo stile Kyokushinkai ma non è così, certo c’è il contatto ma le radici ed il modo di muoversi sono completamente diversi. Difficile da spiegarsi sulla carta, la cosa migliore é provare per credere.
Il Maestro Bolaffio pratica con assiduità lo studio del Taiji e del Pa Kwa Chang oltre alle cinque armi cinesi classiche.